L’organizzazione dei maggiori paesi produttori di petrolio aumenta la produzione.
La decisione dell’Opec di aumentare la produzione di petrolio greggio per i prossimi due mesi include anche la Russia. Nonostante ciò però non è servito ad abbassare i prezzi sui mercati finanziari. Il Brent europeo ha raggiunto i 117 dollari mentre il Wti americano sale a 116 dollari. L’aumento reale della produzione avverrà a luglio e ad agosto.
Secondo le stime arriveranno sul mercato 648mila barili in più al giorno. Questo aumento dovrebbe portare la produzione ai livelli pre-pandemia. La decisione dell’Arabia Saudita, il paese leader dell’Opec, è arrivata dopo le pressioni di Biden. Il presidente Usa sta spingendo affinché l’organizzazione aumenti l’offerta di petrolio per frenare l’inflazione causata dalla guerra in Ucraina.
Un altro motivo è puramente economico dato che questo vertiginoso aumento dei costi del petrolio e del gas potrebbe causare una contrazione dei beni e un crollo della domanda di idrocarburi. La preoccupazione però resta perché nonostante il grande aumento non si è arrestato l’aumento. Per questo c’è molto scetticismo anche a causa del coinvolgimento della Russia. Si teme che non resti fedele agli impegni presi.
L’aumento della produzione potrebbe non bastare
Ma non è solo una questione di affidabilità della Russia. Molti paesi non sono arrivati a livelli pre pandemia e potrebbero non riuscire a soddisfare la domanda. Ad oggi l’Opec produce 432mila barili al giorno e arrivare a 648mila non è semplice.
L’accordo tra i 24 paesi produttori di petrolio potrebbe non bastare all’aumento dei prezzi e rischia di portare ad un crollo della domanda. I paesi controllano oltre la metà della produzione mondiale di greggio e circa il 90% delle riserve. Il ruolo chiave è giocato dall’Arabia Saudita, anche gli Usa hanno riconosciuto “il ruolo di Arabia Saudita come presidente di Opec+ e principale produttore nel raggiungimento di questo consenso tra i paesi membri” e “gli sforzi e i contributi positivi di Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Iraq”. Gli Stati Uniti “continueranno a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per fare fronte alla pressione dei prezzi dell’energia” ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca.